Biografia

Andrea Cavalli, classe 1959.


La sua prima macchina fotografica non l’ha avuta in regalo, perché utilizzava la Comet Bencin mezzo formato del padre quando aveva solo 7 anni.


La prima fotocamera di proprietà è stata una Fuji ST605 N nel 1978, usata, per poi passare a una Pentax ME Super.


Il suo primo approccio con Pentax digitale è stata la IST DS, annunciata il 13 settembre del 2004, comprata l’8 dicembre a Torino (primo giorno di commercializzazione in Italia).


Il suo corredo Digitale attuale è una K-5 e una Pentax Q, ma lavora ancora a pellicola o con una K-2 oppure Pentax MZ S.


Il suo parco ottiche è molto vasto perché possiede lenti da utilizzare con le più recenti Digitali ma anche le sue Pentax a pellicola quindi ha collezionato nel tempo un’infinità di pezzi Top come: il 18-135mm WR, il 35mm Macro Limited; poi ho una dozzina di altre ottiche, un 28mm f2.8 serie A, un 50mm f2.8 serie A Macro, il 77mm f1.8 Limited, un 55mm f1.8 serie K, un 100 f2.8 A Macro, un 135mm f2.5 K, un 200mm f4 A Star Macro, un 200mm f2.5 K, un 300mm f4 A Star e in fine un 28-105mm AF.


Come generi fotografici predilige la Macro, è arrivato a fotografare una vipera da 20cm di distanza. Lui non ha morso la vipera, ma soprattutto la vipera non ha morso lui…


Poi nella fotografia naturalistica fotografa ungulati nel parco Nazionale del Gran Paradiso.


Non fa postproduzione, quando compra una fotocamera la studia benissimo e poi lascia che la fotocamera faccia il suo lavoro, scatta praticamente solo in JPG+, sfruttando il RAW anche sulla Q.


Lavora con Pentax, innanzitutto per una valutazione economica, avendo costruito nel tempo un parco ottiche Pentax davvero ben fornito, “non mi conveniva vendere per migrare, quando ho visto poi le digitali a parità di prestazioni, Pentax ha sempre avuto un eccellente rapporto qualità/prezzo/prestazioni.” Un altro fattore per non cambiare è stato il corpo tropicalizzato, “mi sono trovato in situazioni con gli scarponi pieni d’acqua nonostante il Gore-Tex, mi sono trovato più volte dentro i temporali con la fotocamera al collo, senza aver mai avuto un problema” ci racconta poi di una giornata particolare sul Gran Paradiso “proprio quando ho preso il 18-135mm WR ho trascorso l’intero pomeriggio sotto una pioggerellina sottile quanto insidiosa senza aver mai avuto un problema.”

Domande

La tua prima fotocamera: all’età di 7 o 8 anni “rubavo” a mio padre la sua Comet Bencini mezzo formato


Il tuo corredo attuale: 
una K-5 e una Pentax Q per il digitale una K-2 oppure Pentax MZ S per gli scatti a pellicola. Il parco ottiche della K-5 è quello anche delle altre due: il 18-135mm, il 35mm Macro Limited, 28mm f2.8 serie A, 50mm f2.8 serie A Macro, 77mm f1.8 Limited, 55mm f1.8 serie K, 100mm f2.8 A Macro, 135mm f2.5 K, 200mm f4 A Star Macro, 200mm f2.5 K, 300mm f4 A Star, 28-105mm AF.


Il tuo scatto più bello:
probabilmente una di quelle che ho fatto alla vipera, ma non per l’elavata pericolosità della cosa, ma perché l’ho cercata per settimane, dover imparare anche a conoscere l’animale, la vipera ha dimostrato una certa intelligenza e curiosità e mi ha dato parecchie soddisfazioni, sia da un punto etologico che fotografico, era una vipera aspis.


Il progetto più difficile:
nel corso dell’estate, voglio imparare a sfruttare al meglio il modulo GPS e il sensore che si sposta seguendo il moto stellare, quindi fare foto al cielo notturno sia a largo campo che a campo ristretto per andare più in dettaglio di qualche nebulosa.


Il tuo goal:
sempre nella fotografia naturalistica. Fotografo molto sull’onda emozionale del momento.