Biografia

Carmelo Zappalà, classe 1969, ginevrino.

O per la precisione, nato a Ginevra dove ha trascorso i suoi primi anni con la madre inglese (di Liverpool) e il padre italiano (di Catania).

La sua prima macchina fotografica non è stata la solita Kodak Instamatic in occasione della cresima ma una Agfa a pellicola degli anni sessanta, di sua madre, per la precisione, con cui la madre scattava le foto più importanti in assoluto: quelle di famiglia. La sua prima macchina fotografica personale fu una macchina strana, una Kodak Disc, una macchina davvero particolare, quasi futurista, per l’epoca. Per chi non ne ha mai sentito parlare la Kodak Disc usava come caricatore un vero e proprio disco da 15 pose, simile a un floppy disk, anche da un punto di vita letterale, nel senso che si rilevò poi un flop...

 

Inizia a frequentare l’università negli anni ’80 e lì inizia a interessarsi di più alla fotografia: iscritto a Scienze Agrarie, dovette presentare un progetto di erbario fotografico, per la botanica sistematica, classificazione di piante, composto da un centinaio di scatti. Per quella occasione sentì la necessità di acquistare la prima reflex, con cui iniziò un percorso fotografico incentrato sullo studio specifico e tecnico della fotografia, anche perché il genere botanico era molto difficile da rendere, essendo basato sulla tecnica macro e sull’utilizzo dei tubi di prolunga. Da quel momento in poi il suo interesse si è sempre concentrato sulla fotografia naturalistica.


“Sei, sette anni fa ho ripreso pian piano a fotografare, iniziando a studiare seriamente testi fotografici di vari autori. Mi sono sposato e fra i parenti acquisiti c’è un fotografo professionista che lavora in America e vedendo i suoi lavori mi è subito rinata la passione. Nel 2006, provai il medio formato, sia a pellicola che con dorso digitale negli Stati Uniti. Sono tornato a fotografare ma soprattutto foto ricordo e foto di viaggi con delle compatte.”

E a quel punto la prima Pentax è stata la K-5, nel 2011 a cui ha affiancato di recente la K-3.

“Appena presi in mano la K-5, provandola in un negozio, mi accorsi dell’eccezzionale ergonomia: i pulsanti erano al posto giusto ed era incredibilmente leggera e compatta.
Ma la cosa che più miè piaciuta di Pentax è stata senza dubbio la resa colore.

Scatto in RAW e post produco con Lightroom 5 e ho dovuto studiare molto per ritrovare i colori anche in postproduzione, fotografando target, colorimetri, calibrazioni schermi.

I primi obiettivi Pentax sono stati quelli in kit, il primo step di miglioramento è stato l’acquisto del 70 Limited, poi il 50mm f/1.8, il 15mm e il 35mm macro, poi ho fatto il mio acquisto top con lo zoom 60-250mm Star, quello con cui faccio la caccia fotografica in attesa del 560mm f/5.6.”

Quando è uscita la K3 Carmelo collaborava con Alessandro Grasso, conosciuto nel negozio Foto Luce di Catania, e lo accompagnava nelle varie manifestazioni.

“Il passaggio dalla K-5 alla K-3 è stato per me un salto tecnologico immenso, basti pensare all’eliminazione del filtro passo basso, che  cambia tantissimo ogni volta che esce una macchina nuova.


Per quanto riguarda invece la presentazione della nuova 645Z, la grande novità rispetto al vecchio modello è rappresentata dal fatto che si possono finalmente registrare filmati in medio formato.

La Pentax O-FC1 Flucard, infine,è un sistema di remotaggio interessante fatta eccezione per il raggio d’azione e la distanza che attualmente sono un po’ limitate per determinati utilizzi, come appunto la caccia fotografica, dove è preferibile il segnale radio.”

Domande

La tua prima fotocamera: una Kodak Disc.
 
Il tuo corredo attuale: K5 e K3, DA 18-55mm VR, il 50-200 DAL, 18-55mm DAL Water Resistant, 15mm Limited SMC, il 35mm Limited SMC, e il 50mm Limited SMC, il DA 55-300mm, il DA 16-45mm, il DA Star 60-250mm
 
Lo scatto più bello della tua vita: una foto di street all’ingresso della Pescheria di Catania. C’è una scala, una persona appoggiata di tre quarti e le bancherelle dei pescivendoli; il soggetto ha una camicia chiara e la scalinata è di pietra lavica scura.
 
Il progetto in cui attualmente sei impegnato: ho fatto due lavori stampati, una a vista pubblica su Blurb di Lightroom, ho fatto un libro fotografico di un pittore, e un altro lavoro è su un mio viaggio del 2013 fatto a Barcellona e Madrid.
 
Il tuo goal: arriverà il giorno in cui acquisterò il mitico 560mm! Il mio goal è quello di riuscire a fare con buon profitto la caccia fotografica. Preferisco non essere settoriale, per me la fotografia è fotografia, indipendentemente dal genere: è un'espressione personale, un modo per trasmettere quello che uno vede in quel momento, in quell’istante, trasmettere un’emozione.