Fowa Trip & Story  Final destination: United States

Final destination: United States

A prima vista Sergio Bolla dà l’impressione di un ragazzo tranquillo e con la testa a posto.
Ma basta trascorrere qualche ora con lui, o dare un’occhiata ai suoi scatti per rendersi conto che Sergio non è un ragazzo tranquillo anche se forse ha la testa a posto. Forse…

Sergio è nato a Genova e vive a Varazze, sulla Riviera di Ponente, nota per non essere generosa come innevamento e impianti di risalita: ma in Liguria arrivano le Alpi Marittime e di conseguenza la neve alla fine non è poi così lontana dal mare… Che sia comunque neve o mare, l’importante è che Sergio sotto i piedi abbia qualcosa di scivoloso e inclinato e che lo faccia viaggiare veloce, molto veloce.
 


La maggior parte dei suoi scatti, infatti, sono realizzati in situazioni piuttosto estreme, e nella maggior parte dei casi riconducibili a sport estremi. Niente curling, quindi, piuttosto che tiro al piattello, ma innanzitutto quasi ogni tipo di disciplina che prevede qualcosa di ripido e possibilmente innevato e a seguire nuovamente altre discipline dove velocità e equilibrio sono cause e conseguenze.
 


Recentemente, per la precisione dallo scorso 18 aprile al 18 maggio, dopo aver trascorso tutto l’inverno e buona parte della primavera tra le nevi di Prato Nevoso aveva deciso di svernare un pochino in Florida, più precisamente a Tampa, con l’idea di andare a salutare un amico che si era trasferito lì da poco. Ma poco prima di partire ha saputo di un gruppo di amici che andavano a loro volta negli USA, ma a snowbordare, e non in Florida, ovviamente. Nel frattempo l’amico di Tampa si era trasferito a San Francisco e quindi via, dritti filati verso la California.
Sergio si è spostato tra Mammoth Mountain, Boreal Mountain e la Squaw Valley, sempre in situazioni piuttosto a rischio per la maggior parte delle attrezzature fotografiche.

Ma Sergio ha scelto un corredo Pentax, quindi fotocamere con chassis in acciaio e lega di magnesio, tropicalizzate, in modo tale da non resistere soltanto in condizioni climatiche da tropici, con temperature elevate e con un altissimo livello di umidità nell’aria, ma anche a spruzzi d’acqua, neve, sabbia, polvere: un sistema quindi davvero perfetto per fotografare in situazioni estreme, dove di norma ci si azzarda a utilizzare una action cam e per di più scafandrata.
 


 

Sergio ha utilizzato due corpi macchina, una K3 e una K5 II, e come obiettivi il Pentax DA*16-50/2.8 SDMil Pentax DA* 55/1.4 SDMil Pentax DA 12-24/4, il Pentax DA*50-135/2.8 SDM, e poi il Samyang 8/3.5 Fish eye. Aveva anche la Pentax Optio WG 3. Ha anche realizzato qualche filmato con la K3.


In un mese ha fatto circa 3/4000 foto. Faceva il backup su un hard disk tutte le sere e le foto più belle se le caricava anche sull’iPad.


A Mammoth Mountain si scia fino a 3000 metri, e le temperature scendevano ancora tra aprile e maggio fino a -10 gradi sotto lo zero. È nevicato ma solo negli spostamenti.


Le macchine Sergio le teneva al collo, visto che non potevano rischiare nulla, in quanto Pentax ha un sistema di ingegnerizzazione delle fotocamere che non tiene conto solo della possibilità che vengano esposte alle alte ma anche alle basse temperature.


Racconta Sergio: “Mi è capitato che la K3 si sia completamente ricoperta di neve per uno slash con lo snowboard. Ho tolto la neve che ingombrava il mirino e la lente frontale dell’obiettivo e ho continuato a scattare.


Ho scattato anche di notte, stellate stupende, ho lavorato con sensibilità intorno agli 800 ISO. Ho scattato solo in JPG perché avevo paura poi di non avere spazio di memoria sufficiente nelle schede che mi ero portato dall’Italia. Non avevo neppure bisogno di caricare tutte le sere le due batterie poste nei BG (Battery Grip) che mi bastavano per due giorni. Ho fatto anche foto ai surfers di Santa Cruz e agli skaters californiani”.


Un test quindi piuttosto estremo, che ha portato Sergio - e le sue Pentax - dalle rigide temperature delle piste innevate a 3.000 metri di quota fino al mare di Santa Cruz, con tanto di salsedine e schizzi di acqua salata: un’attrezzatura battezzata con la neve e ribattezzata con l’acqua di mare.

Un’attrezzatura da utilizzare davvero dappertutto.
 

Sergio Bolla

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