Biografia

Guido Sardella, classe, 1967.

La sua prima macchina fotografica era una Kodak 110, Instamatic, donatagli il giorno prima comunione. Cominciamo a chiederci che macchina fotografica veniva regalata e quando a coloro che non hanno ricevuto la prima comunione…


È solo un appassionato di fotografia e lavora come grafico e illustratore per parchi naturali e amministrazioni pubbliche coinvolte nell’amministrazione di aree protette, è un interprete ambientale, si occupa soprattutto di cartellonistica per parchi nazionali, musei, centri visita e poi pubblicazioni, e poi lo fa anche come guida, il succo del lavoro è raccontare alle persone a voce, con lo scritto, il disegno e le foto cosa c’è di importante da vedere e raccontare nel paesaggio.

Guido Sardella è passato alle reflex con una Ricoh KR5 che lo ha portato a conoscere la baionetta K e poi immediatamente le Pentax, 


“Ho cominciato come appassionato di natura, avevo 14 anni, giravo con il binocolo e con la lente d’ingrandimento e il passaggio alla fotografia è stato quello di ottenere un ricordo, una registrazione visiva. Ho cominciato con una la Ricoh ( neanche a farlo apposta).


Ho cominciato a interessarmi di macchine fotografiche, anziché leggere riviste di automobili e di moto come i miei compagni di classe, leggevo le riviste di fotografia. Dopo la Ricoh ho cominciato anche a corroborare il parco ottiche, aggiungendo un macro e un teleobiettivo, mi sono legato in questo modo alla baionetta K e quando ho potuto prendere una reflex più performante ho preso la Pentax ME Super. E sono passato poi via via a corpi macchina Pentax sempre più performanti.


Avendo un buon parco ottiche Pentax la mia prima reflex digitale è stata ovviamente la *istD.

Dalla *istD sono passato alla K-10, poi alla K-20 e poi alla K-5 a cui sono legatissimo perché c’è stato un immenso salto di qualità nel mondo Pentax anche per i fotografi dedicati alla fotografia naturalistica: io fotografo prevalentemente con i miei vecchi obiettivi per le macchine manuali, che grazie al sensore stabilizzato delle reflex digitali di Pentax diventano attualissimi. 


Il mio obiettivo di riferimento è l’obiettivo A * 600 f/5.6, un manual focus a lenti a bassa dispersione. Tra gli obiettivi attuali ho usato molto il 60-250mm DA* ad esempio per la fotografia degli uccelli in volo. 


Sono molto soddisfatto anche del DA 18-135mm come zoom tuttofare. Ho una affezione molto elevata per le vecchie ottiche, magari vendute e poi ricomprate, come il vecchio Pentax A* 300mm f4, credo il 300mm più compatto che mai sia stato costruito, insostituibile nei trekking perché ha sempre posto nello zaino, oppure anche il vecchio Pentax  K 50mm f1.2 molto luminoso come obiettivo da ritratto, o anche il contemporaneo FA 77mm f1,8 Limited, eccezionale anche questo per i ritratti, anche se poi la ritrattistica non è il mio forte. 

Ho sviluppato molto più la fotografia di animali, e ritengo feature fondamentali di Pentax  il trap focus (o catch in focus come è stato rinominato di recente), che è una caratteristica di tutti i corpi macchina Pentax  che fa sì che usando gli obiettivi manuali, con l’AF della macchina, aggiungendo un telecomando a filo, si possa creare una trappola fotografica: quando l’animale incrocia il punto dell’autofocus, la macchina scatta automaticamente.


La tropicalizzazione delle fotocamere Pentax e di alcuni obiettivi è fondamentale: mi piace fotografare sotto le nevicate per ore, e quando mi trovo la macchina coperta da uno strato di 20 cm di neve mi basta dare una spolverata al mirino per toglierla e riprendere a scattare, anche a quindici gradi sotto zero.


Fotografo rane e tritoni, torno a casa con la macchina ricoperta di fango che neanche una moto dopo una gara di motocross, gli dò una passata sotto il rubinetto da cui faccio uscire un filo d’acqua e la macchina torna nuova.
La fotografia serve per imparare a guardare quello che abbiamo davanti."

Domande

 La prima macchina fotografica: una Kodak Instamatic, come regalo per la prima comunione.

 

Il corredo attuale: tra le altre, Pentax, soprattutto la K5 con diversi obiettivi, sia di ultima generazione che datati, manual focus.

 

Lo scatto più bello: una banalità ma per me è sempre ancora valido: quello che devo ancora fare. Io fotografo per ottenere la fotografia; un grande motore dei fotoamatori è più il divertimento nell’usare la macchina fotografica che nel fare le foto.
Quello che a me piace veramente è la foto che tiro fuori, avere l’immagine, da mettere su internet, da stampare, da esporre in una mostra, quindi non ho una foto a cui sia particolarmente legato.
Anche degli scatti di cui sono più soddisfatto mi chiedo sempre come potevo farli meglio, magari in un’altra stagione, o solo con un’altra inquadratura.

 

Il progetto più difficile: ce l’ho in perpetuo è fotografare le lucciole: è una cosa su cui un po' tutti gli anni torno sopra ed è nata da uno scatto fatto più per caso che per volontà, ho messo la macchina sul treppiedi con tempo lungo per scattare le scie delle lucciole, pensavo che non sarebbe venuto fuori niente e invece è venuta una cosa abbastanza carina, fatta con la *istD, una macchina da solo 6 MP, con un obiettivo non particolarmente luminoso, per cui da quello è partito un progetto, sia fotografare le lucciole per vedere se diverse specie lasciano scie differenti, sia in macro, per vedere di fotografarle come insetti, al contempo illuminandole e dall’altro mantenendone la luminosità dell’addome, uno scatto discreto ad oggi sono riuscito ad ottenerlo, ma ho un’occasione all’anno per farle, e ci metterò tutta la vita, il tempo per potersi dedicare a questo progetto è abbastanza breve, pochi giorni all'anno, soprattutto in montagna.

 

Il progetto in cui è attualmente impegnato: la fotografia in trap-focus (o catch-in focus, come Pentax chiama ora), una tecnica a cui sono particolarmente dedito, come si evince anche dal nome del mio blog, the focus-trapper, un gioco di parole tra i trapper canadesi che catturavano gli animali da pelliccia e il trap-focus di Pentax, questo per me è un progetto continuo, una tecnica che avevo già scoperto con le machine Pentax a pellicola, con i limiti dei 36 fotogrammi, oggi con le schede ultra capienti non c’è più limite.

 

Il goal: anche in questo caso come nella foto più bella il mio goal lo devo ancora fare.